Il Museo che racconta la storia della castanicoltura di Montella
Definire questo un “museo” è forse esagerato, sarebbe più corretto consideralo una “collezione di famiglia” nata dalla volontà di recuperare e preservare non solo gli oggetti ma anche un patrimonio culturale che era stato quasi completamente divorato dal terremoto dell’80. Inizialmente si è cercato di restaurare gli oggetti più rovinati ed in seguito di creare un ambiente dove potessero ritrovar vita le capacità creative e le esperienze di lavoro dei nostri padri. Nel giro di alcuni anni, anche grazie al sostegno di amici, insieme alla collezione di famiglia si è riusciti a mettere insieme centinaia di oggetti, strumenti e attrezzi più disparati appartenuti alla castanicoltura e alla civiltà contadina di Montella.
Il legame tra l’Appennino e in particolare tra Montella ed il Castagno è un sodalizio che dura ormai da oltre mille anni, ma nonostante l’età è ancora vivo. La gente dell’Appennino deve al castagno non solo il proprio sostentamento ma anche gran parte della propria cultura e della propria storia, dando in cambio a questo splendido albero fatica, ingegno e rispetto. Qualcuno potrà pensare che siano altre le cose da raccogliere in un museo: quadri, sculture, ma noi, umilmente, dedichiamo un museo aziendale al Castagno perchè nel lavoro svolto nei nostri boschi c’è altrettanta cultura di quanta ve ne è in una preziosissima raccolta d’arte. Il museo costituito da tre sale ripercorre la storia della castagna attraverso gli oggetti ad essa legati. Tra gli strumenti raccolti nel museo vi sono pezzi di altissimo pregio. Il museo non esaurisce la sua funzione con attività volte a celebrare il passato e la storia di questo frutto, ma guarda avanti ed è impegnato come centro di documentazione.
La collezione etnografica comprende gli attrezzi relative alle varie fasi dello sfruttamento del castagno: dalla ripulitura delle selve alla raccolta dei frutti, all’essiccazione, alla molitura. I reperti sono databili dalla metà del Settecento alla metà del Novecento.
Il museo rappresenta un’occasione di incontro con la natura, la cultura e la storia dell’Alta Valle del Calore, strettamente legata alla cultura del castagno che grazie alla sapienza delle popolazioni montane è stato per secoli fulcro della loro economia
Il museo è organizzato per essere un percorso didattico accessibile a tutti, ai cittadini, ai turisti, ai giovani, agli insegnanti. Lo scopo è infatti portare a conoscenza di un vasto pubblico le caratteristiche naturali di questo albero, i suoi valori economici e culturali; divulgare quel mondo un po’ misterioso che sta dietro al castagno ed ai suoi frutti. Sono riportate le varie fasi di lavorazione collegate alla coltura: la pratica dell’innesto eseguita sugli alberi selvatici, la potatura e gli attrezzi che venivano un tempo utilizzati. Poi i vari contenitori: panari, in legno di castagno per la raccolta e le sporte, in vimini. Il museo è allestito all’interno degli essiccatoi, strutture realizzate per l’essicazione delle castagne dotate di solaio di essiccazione, graticcio e camera del fuoco sottostante.
Montella è un borgo antico, alla base della cui economia troviamo per secoli, e tutt’ora i boschi di castagno, fonte inesauribile di cibo e di legname. I pezzi raccolti parlavano del sistema di vita che aveva caratterizzato per secoli l’esistenza di tante persone. Basti considerare che le leggi Montellesi del 1200 già preservavano il castagno e a loro volta si rifacevano a norme longobarde risalenti almeno al VIII secolo.
La validità culturale del Museo è peraltro testimoniata dall’interesse mostrato dalle istituzioni scolastiche regionali e dal suo inserimento nell’albo delle Fattorie Didattiche.
STANZA 1
Nella prima stanza si trovano pezzi strettamente collegati alla civiltà contadina.
STANZA 2
La seconda stanza raccoglie gli attrezzi che servono per abbattere e sezionare i castagni. Di notevole interesse il tipo di sega, tesa fra un telaio di legno a struttura rettangolare e già usata in epoca romana. In questa stanza è anche presente una ricca collezione di bilance, pesi e unità di misura legate alla castanicoltura. Sono esposti anche gli attrezzi che servivano alla potatura dei castagni e alla ripulitura della selva per prepararla alla raccolta dei frutti. Ci sono poi strumenti da fabbro con esposizione di chiavistelli, nonchè gli attrezzi da taglio (accette, roncole, falcetti, ecc..) indispensabili al castanicoltore e al boscaiolo.
STANZA 3
Nella terza stanza sono collocati i primi macchinari che permettevano di automatizzare la sgusciatura delle castagne risalenti alla fine dell’800. Va ricordata poi l’estrazione del tannino dal legno di castagno. Il tannino contenuto nel castagno è stato il primo estratto tannico fabbricato industrialmente nel mondo. L’estratto di castagno si ottiene trattando con acqua calda in controcorrente il legno di castagno preventivamente sminuzzato. L’utilizzo principale dell’estratto di castagno è stato per la concia delle pelli. In questa piccola stanza sono presenti anche oggetti per la macellazione del maiale. Nell’ economia del luogo anche il maiale costituiva una risorsa complementari alla ricchezza di base fornita dal castagno.
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